17 giugno 2017

SOLO ANDATA - Robert Bloch

SCHEDA

Autore: Robert Bloch (1917-1994 USA)
Titolo: Solo Andata
Tit. Originale: One Way to Mars  1945
tratto da: "Colui che apre la via" Mondadori
Genere: Racconto
N° parole: 3.650

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Descrizione:
Robert Bloch è stato uno scrittore e sceneggiatore statunitense, autore di numerosi libri horror, fantasy e gialli. Il suo best seller è Psycho ispiratogli nel 1959 dal serial killer Ed Gein e da cui Alfred Hitchcock, l'anno successivo, trasse l'omonimo film. La sua opera fu segnata dall'influsso di Howard Phillips Lovecraft con cui ebbe, giovanissimo autore di Weird Tales, un fitto rapporto epistolare. Lovecraft gli dedicò il suo racconto L'abitatore del buio, il cui protagonista, Robert Blake, è in effetti un alter ego dello stesso Bloch.
Bloch scrisse anche le sceneggiature per tre episodi di Star Trek negli anni sessanta.
(font: wikipedia)

2 commenti:

  1. Ho letto questo racconto anni fa nell'antologia che nomini. Ne approfitto per qualche curiosità. Bloch iniziò giovanissimo e le sue prime opere (come "Il divoratore dalle stelle) sono dichiaratamente influenzate da Lovecraft (col quale intrattenne una fitta corrispondenza) e dal concetto di "orrore cosmico" (in sintesi estrema: lo spaventoso viene da fuori, dalla natura stessa dell'Universo specie man mano che ne aumenta la conoscenza). Gradualmente, Bloch si spostò verso i temi dell'orrore psicologico, tanto che la sua opera più nota, grazie a Hitchcock, è "Psyco" in cui sostanzialmente l'autore rinverdisce una figura del gotico, quale il lupo mannaro, e la "de - soprannaturalizza" (senza per questo renderla meno inquietante) trasformandola in un caso psichiatrico (forse "nel" caso emblematico) di doppia personalità - pur non rinunciando, al cambiamento di "pelle" del "mostro". Qui siamo a metà. Non più ricercatori della conoscenza proibita, nè ambienti allucinati, remoti nel tempo o nello spazio, come in tanti racconti di stampo lovecraftiano, ma un bar e l'ambiente dei musicisti. Stilisticamente, i personaggi non sono più meri "narratori", ma "attori" della vicenda raccontata, con una personalità con tratti meno impersonali - e qualche concessione al grottesco e allo stereotipato. Il linguaggio arcaizzante delle prime opere viene abbandonato a favore dello slang e il dialogo ha un ruolo centrale. Il finale però, ci proietta ancora una volta, sarcasticamente, e con un'espansione inaspettata dell'oggetto del racconto (fino a quel momento, una storia di "stalking") là dove piaceva a Lovecraft: fuori da questo mondo.

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  2. Dimenticavo: la faccenda de "L'abitatore del buio" è andata così: Bloch, all'epoca diciassettenne, o diciannovenne, chiese a Lovecraft di usarlo come personaggio di un suo racconto. Autorizzato da HPL, Bloch scrisse "Il divoratore giunto dalle stelle" in cui l'alter ego dell'autore di Providence fa una pessima fine. Lovecraft gli "restituì il favore" con "L'abitatore del buio" (per inciso, uno dei suoi racconti migliori). Anni dopo, quando ormai HPL era morto, Bloch scrisse la terza parte della trilogia con "L'ombra del campanile", un racconto in cui trova una spiegazione a una apparente (?) incongruenza del racconto di Lovecraft alla luce degli orrori della seconda guerra mondiale che lo scrittore scomparso nel 1937 aveva, in qualche modo, presentito.

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